Come raggiungere il successo professionale? Quattro nostri consigli che possono aiutarvi a perseguirlo
Il successo professionale è da considerarsi come uno degli aspetti dell’esistenza in grado di gratificare l’animo umano, di appiattire quei timori legati all’inconsistenza del futuro e di scalfire il peso che panico e paure possono esercitare.
L’impossibilità di poter pianificare una evoluzione lavorativa diviene vincolo stagnante per tutti i giovani che cercano assiduamente una porta d’entrata, un accesso capace di alimentare quella stabilità identificante una visione quasi utopistica di vita. Tuttavia, inutile risulta nascondersi dietro qualunquismi o pessimismi aleatori, che di fatto andrebbero ad acuire il problema mai tentando di volgere a soluzione: sarebbe necessario trovare nuovi propositi, nuovi atteggiamenti di approccio, nuovi modi di definire la propria crescita professionale attraverso lineamenti costruttivi.

Il primo consiglio, per il successo professionale, è di capire realmente l’adattabilità di un vostro desiderio per una sua applicazione pratica: nella maggior parte dei casi i giovani tendono a coltivare delle prospettive distorte di intendimento che sono rarefatte da pressioni esercitate da elementi esterni o mosse da una erronea considerazione di se stessi. Essere spinti dai genitori, o conoscenti, verso orizzonti che non vi appartengono, investire in competenze che sono fuori dalla vostra portata e credere di non possedere nessun valore da rendere spendibile nel mercato del lavoro, sono le condizioni di sicuro fallimento. Lo stress, che ne consegue, deve essere soppiantato da un chiarimento individuale, capace di trasportarvi verso una conoscenza consapevole delle vostre virtù (e anche dei vostri difetti), per poi cercare di perfezionare le skills che vi appartengono e renderle appetibili per le posizioni aperte che si presentano. L’incisione sul tempio di Apollo, a Delfi, riporta Conosci te stesso come unico vincolo per poter coltivare le proprie eccellenze.

Il secondo consiglio è di non attribuire massima importanza ad espedienti statici durante le fasi di selezione: lettere di presentazione e CV sono due elementi di spiccata rilevanza, ma non sono tutto. Ad un groviglio di dati ed esperienze preferite un’elaborazione creativa, attraverso la presentazione di idee ad hoc nelle fasi di colloquio. La ricerca di soluzioni rispetto ad eventuali problematiche di somministrazione sono sintomo di ottime capacità di ragionamento.
Ennesimo consiglio risiede nella persistente volontà di aggiornamento, di continua acquisizione formativa. Poco produttivi sono gli atteggiamenti di onniscienza, che elevano il giovane ad una fallace consapevolezza dei propri mezzi, quasi ad indicare un aspetto conoscitivo totalizzante, in realtà continuamente scalfito dallo scorrere inesorabile del tempo che sancisce mutamenti repentini in ogni settore professionale. La regola è: abbattere le barriere e aprirsi alla conoscenza.
Il quarto consiglio risiede nel coraggio. Assumere un giovane in azienda significa aprirsi ad un modo di leggere la realtà completamente nuovo, propositivo e garante di vivido dinamismo. La forza dilagante del cambiamento è uno dei maggiori punti di attrazione; il saper gestire in maniera rinnovata ogni problematica possibile e la capacità di poter indicare nuove forme di azione, sono attributi di inestimabile valore. Il coraggio significa possedere la forza di tentare, anche sbagliando. Sbagliare è una diretta conseguenza del fare, non può che essere un aspetto positivo.