Scelta universitaria, reddito e mondo del lavoro: l’indagine di Alma Laurea

La scelta universitaria e lavoro sembra non più definire un binomio associativo di carattere consequenziale, in cui l’uno diventa forma prospettica dell’altro, carattere imprescindibile di un iter che ha subito ingenti perdite di collegamento diretto.

Le Università italiane, forgiate all’interno di un organigramma variegato, hanno coltivato una cultura di diversificazione elevata, trascinando studenti in percorsi formativi obsoleti e poco spendibili nel mercato del lavoro. Esistono indirizzi di facoltà che possono facilitare l’entrata occupazionale? Quali sono le Università che permettono, oltre al lavoro, un reddito annuo accettabile?

Secondo quanto riportato da Alma Laurea, la fotografia del mondo del lavoro sembra accertare una situazione molto crudele, per tutti i giovani laureati, facendo emergere dei dati che vanno a destrutturare alcuni dei luoghi comuni su indirizzi e percorsi in precedenza testimonial di affidabilità, rendendo la scelta universitaria molto complicata nella propria consistenza pratica.

LA CONFERMA
L’indagine rivela quanto l’Università, dedicata a materie scientifiche, come le ramificazioni ingegneristiche e della medicina, pur essendo in calo, confermano un trend di successo. Oltre il 55% dei laureati in queste discipline riesce nell’intento di trovare lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo, palesando un inserimento in aziende strutturate o nel ramo dell’insegnamento.

Scelta universitaria
Scelta universitaria

LA SORPRESA
La situazione sembra essere completamente mutata rispetto al decennio appena trascorso, ma, una delle lauree che registra un netto ridimensionamento, è Giurisprudenza. Nel 2013 solo il 24% dei laureati ha potuto usufruire del titolo per garantirsi un impiego, pur conservando ottime prospettive di reddito per gli entranti.

LE Università UMANISTICHE
Se la scelta universitaria ricade su specializzazioni in ambito letterario, psicologico o politico (come scienze politiche) c’è da valutare che restano ultime dell’intero panorama formativo italiano, elevandosi a zoccolo duro di incremento di inoccupazione, attraverso una formale difficoltà di facilitare la crescita di spiragli introduttivi al mondo del lavoro.

LA NOVITA’
Gli indirizzi, che destano particolare interesse, sono quelli legati al macro-settore della Difesa e Sicurezza, i quali paventano una nuova linfa nell’abbattimento della disoccupazione giovanile. Una delle principali vie di fuga diventano, quindi, quella inerente a percorsi formativi legati alle forze armate, pur rimanendo un ambito ristretto a pochi eletti, per le poche disponibilità di posti nelle fasi di iscrizione. Altra novità è quella delle Università legate all’insegnamento (Scienze della Formazione ed Educazione Fisica) rispettivamente al secondo e terzo posto di questa speciale classifica.

OCCUPATI VS REDDITO
Lo studio pubblicato da Alma Laurea definisce una soglia di reddito medio annuo, per gli occupati, entro livelli che sfatano la precedente dicitura, adoperata per sintetizzare la situazione del lavoro per gli under 30, di Generazione 1000 Euro. Infatti, solo medici ed ingegneri superano i 1500 E mensili netti, mentre tutti gli altri non riescono nell’intento di ambire ad un guadagno a quattro cifre, formalizzando contratti che mediamente si attestano a quota 700 Euro.

Il Piano Europeo di Garanzia Giovani cerca di annullare il distacco formale che sussiste tra Università e lavoro, tentando di offrire crescita professionale ed occupazione attraverso percorsi formativi retribuiti, che permettano ai giovani di meglio inserirsi all’interno di dinamiche più fluttuanti, imposte dalla società contemporanea, assai liquida nei suoi aspetti, come l’ha definita lo studioso Z. Baumann.